Di cosa mi occupo con gli Adulti

L a Dott.ssa Monteverdi Pamela effettua interventi di Consulenza e Sostegno, sia Individuale che di Gruppo, per problemi psicologici di vario tipo; in particolare:
- Disturbi d'ansia.
- Disturbi dell'umore
- Disturbi somatoformi
- Disturbi del sonno
- Sostegno individuale e di coppia
- Colloquio psicologico clinico individuale/familiare
- Elaborazione di un piano educativo individualizzato
- Stesura di programmi di riabilitazione di specifici deficit o di disturbi comportamentali e di rieducazione funzionale di specifici processi o abilità cognitive, programma di riabilitazione del comportamento psico-sociale, di terapia ricreazionale, terapia del gioco, terapia occupazionale.
- Consulenza sull’orientamento scolastico per ragazzi e genitori
- Conduzione di focus group per genitori, alunni ed insegnanti
- Corsi di sensibilizzazione e di informazione sui corretti stili di vita, per modificare le abitudini negative e a rischio per la salute (sostanze stupefacenti, educazione sessuale…).

CHI E’ LO PSICOLOGO ED A COSA SERVE?

Per esercitare la professione di Psicologo si deve avere i seguenti requisiti:


• Conseguimento della Laurea quinquennale nella facoltà di Psicologia presso una Università italiana;
• Tirocinio, della durata di un anno, nelle strutture abilitate dall’Ordine, effettuato con la supervisione di un tutor-professionista iscritto all'Ordine degli Psicologi;
• Superamento dell'Esame di Stato, composto da tre prove scritte ed una orale, che consente l'iscrizione all'Ordine degli Psicologi nella sezione A dell'Albo.

A CHI PUO’ SERVIRE LO PSICOLOGO?

Lo psicologo viene classificato da molti come “quello che cura i matti?!”…: ma siamo sicuri che serve proprio a questo?


Ognuno di noi può rivolgersi a questo professionista in vari periodi della sua vita ed in particolare quando avverte un disagio emotivo e/o presenta determinati sintomi come stati d'ansia, vissuti depressivi, problemi nel comportamento alimentare, dipendenze, insonnia, oppure chi manifesta difficoltà nelle fasi di passaggio del ciclo vitale, ad esempio nella fase adolescenziale, nelle scelte della scuola da frequentare, nell'elaborazione di un lutto, nelle problematiche relazionali di coppia e nelle difficoltà di crescita dei bambini e degli adolescenti ecc.


In ordine a quest’ultima tematica, spendo alcune parole in più specificando alcuni dei tipici problemi in cui ogni genitore si può trovare nel corso della crescita dei figli.

NORMALITA E PATOLOGIA

Quando il nostro comportamento è considerato normale e quando invece è considerato patologico?

Un elemento fondamentale da tenere in considerazione per definire “ la normalità”è quello della struttura culturale e sociale ed infatti le persone si comportano nel modo in cui si ritiene usuale comportarsi, considerando, invece,"anormali" le condotte che deviano da standard comportamentali approvati dalla maggioranza degli individui. Quindi, nel concetto di normalità assume un ruolo predominante la cultura e la società di riferimento, per cui alcuni comportamenti considerati patologici in una determinata cultura o epoca storica risultano, al contrario, normali in un'altra. Il concetto di salute, invece, è strettamente legato a quello di funzionalità-potenzialità e quello di “benessere” è rappresentato da un vissuto totalmente soggettivo, non definibile in maniera oggettiva.

Gli elementi importanti per definire la normalità sono: quando l’individuo presenta un adeguato esame della realtà, maturità psicologica ed il suo adattamento all'ambiente. Tutti questi elementi ci permettono di avere un quadro generale del “funzionamento” globale di una persona. Spesso, in tutte queste variabili sono da considerare elementi fondamentali quali, ad esempio, positivi vissuti infantili nel relazionarsi con le principali figure di riferimento, che determineranno il successivo sviluppo della personalità adulta. Ovviamente, anche tutte le esperienze negative o i traumi subìti possono contribuire allo sviluppo della personalità individuale ed alla sviluppo di problematiche personali.

Pertanto, è fondamentale che ogni individuo viva la propria quotidianità con equilibrio ed armonia, adattandosi alle dinamiche spesso avverse che la vita presenta. Stare bene con se stessi e con gli altri, migliorarsi e crescere, sono l’elemento cardine del sostegno psicologico derivabile dall’affrontare con il professionista i momenti critici della vita.

COME SI SVILUPPA LA PERSONALITA’

Una prima definizione di personalità è stata esposta da Allport, il quale la definisce come l’organizzazione dinamica, interna all’individuo, di quei sistemi psicologici che sono all’origine dell’adattamento all’ambiente. La personalità non è quindi la semplice somma delle funzioni psichiche, ma è l’organizzazione e l’integrazione dei vari elementi che la compongono. I vari aspetti che costituiscono e caratterizzano una data personalità sono definiti tratti. Nella formazione della personalità, contribuiscono sia fattori genetici, ossia schemi predeterminati, che elementi appresi e dipendenti dall’ambiente e dalla cultura di appartenenza. Per molto tempo diversi autori si sono confrontati sulla dicotomia tra natura e cultura, ed in tale dibattito - infatti - alcuni erano a favore di una predisposizione naturale che condizionasse lo sviluppo di determinati aspetti caratteriali, mentre altri erano a favore dell’idea che fosse l’interconnessione soggetto/ambiente a favorire o meno l’emergere dei tratti salienti che costituiscono la personalità del soggetto.

Attualmente si ritiene che la personalità dell’individuo adulto sia determinata dal concorso e dall’interazione dei fattori costituzionali ed innati con fattori educativi ed ambientali. Tra le varie teorie, che hanno influenzato in maniera determinante lo studio dello sviluppo della personalità, c’è la teoria psicodinamica proposta da Freud, il quale sostiene che la condotta umana non sia diretta da meccanismi razionali, bensì da meccanismi inconsci e non razionali. L’elemento più innovatore è sicuramente il concetto di inconscio come il depositario delle esperienze, ricordi, pulsioni istintive, inaccessibili alla coscienza perché in contrapposizione con la razionalità e la morale, ma che sono parte fondamentale della condotta dell’uomo.

Una particolare teoria dello sviluppo che comprende l’intero ciclo della vita e che non si arresterebbe - come in genere avviene - alle soglie dell’età adulta, è la teoria psicosociale dello sviluppo di Erikson, in cui lo sviluppo avviene attraverso una sequenza di fasi durante le quali si stabilisce un mutuo adattamento tra l’individuo e l’ambiente. Esiste un’interazione continua tra la maturazione psicofisica dell’organismo e i modi e le strutture della società in cui l’individuo vive.
E’ importante per lo sviluppo della personalità anche il rapporto vissuto con le prime figure di riferimento, dall'aver avuto "un ambiente sufficientemente buono" tale da aver permesso al bambino di sperimentare solo le frustrazioni che era in grado di affrontare, che gli hanno consentito di crescere e di acquisire sicurezza, in cui si è sentito amato, accettato e rispettato.

Sarebbe importante la “presenza” di uno stile educativo da parte dei genitori di tipo autorevole, caratterizzato, appunto, da uno stile flessibile di educazione in cui, in modo affettuoso, il padre e la madre sappiano fornire una guida ai propri figli non esentando il bambino da regole e dai “no”, nonostante il pianto incessante del pupo. Questo stile educativo facilita l'acquisizione da parte dell'individuo di una sana autostima e di un adeguato sviluppo della propria identità e personalità, proprio in quanto il soggetto si sente amato e considerato, ma anche “contenuto” da guide e regole costanti e ben determinate. L’indecisione e l’incoerenza da parte del genitore nel sistema educativo ingenerano nel bambino uno stato di confusione ed insicurezza personale, spingendolo a non tenere nella dovuta considerazione le parole del genitore in quanto ritenute incoerenti, portando il bambino così a disubbidire e a non rispettare ciò che è stato precedentemente indicato dal genitore. Ciò che il bambino vede e vive lo porta ad emularlo e lo considera come esperienze proprie di formazione personale; in tal modo, il bambino si “sperimenta” e si mette in gioco, assumendo ruoli diversi ed identificandosi con altre persone. In questo modo si acquisisce una propria individualità, si sviluppano le proprie potenzialità e si compiono le scelte in base ai propri valori personali.

In tutte le situazioni in cui un individuo non sviluppa un'identità integra e stabile, la persona tende a vivere con molte sofferenze e difficoltà in quanto tende a far dipendere la propria vita dal giudizio degli altri.

Riferimenti Bibliografici
Allport G. W. (1955) Divenire: fondamenti di una psicologia della personalità. Ed. Universitaria,
Erikson E. (1968) Infanzia e società. Ed. Armando

AUTOSTIMA ED AUTOEFFICACIA: COSA SONO? COME SI POSSONO MIGLIORARE?

L’autostima è la considerazione che un individuo ha di se stesso. Questa viene meno negli stati di depressione in cui l’ individuo si disprezza e si svaluta, non considerando positiva alcuna accezione/appercezione di sé.

L’auto-efficacia è ciò che l’individuo si sente in grado di potere affrontare e fare. Si riferisce a tutto ciò che il soggetto considera come propria capacità e valuta se stesso in grado di poter adempiere con successo ai compiti necessari al conseguimento di un eventuale progetto/bersaglio/obiettivo.

Tutti noi possiamo avere dei periodi in cui, per una serie di fattori di molteplice natura, vengono a mancare le considerazioni positive di noi stessi, comportando delle difficoltà scolastiche, lavorative o relazionali. Tutto ciò può essere analizzato ed affrontato con esercizi per adulti e giochi per i bambini, facendo emergere le varie situazioni in cui il soggetto si trova maggiormente in difficoltà, ricostruendo il vero piano della realtà e ponendo in luce le situazioni reali che il soggetto ha vissuto.

Passo dopo passo, il bambino e l’adulto riflettono sui propri vissuti, riacquisendo una maggiore stima e considerazione positiva di se stessi, conoscendo le proprie potenzialità e i limiti personali e vivendo la quotidianità con unicità e come protagonisti della propria vita in modo creativo ed originale.

Per raggiungere una buona stima di sé occorre possedere una benevola autoconsapevolezza (coscienza consapevole della propria natura, dei bisogni personali, delle risorse, delle soggettive potenzialità, dei propri limiti e fragilità), e riuscire a conseguire la capacità di accettarsi.

L’autostima e l’immagine di sé si sviluppano durante la prima infanzia e si formano in base alla percezione di una positiva o negativa relazione con le principali figure di accudimento, in cui è molto rilevante l’essersi sentiti o meno bambini degni d’amore e d’importanza. E’ fondamentale il RISPETTARSI ed IL CREDERE NELLE PROPRIE CAPACITA’. La propria soddisfazione di sé stessi dipende non tanto dai successi o dagli insuccessi conseguiti, ma dal modo in cui si valutano i risultati raggiunti. Imparare a valutare in maniera realistica le proprie qualità, i propri punti di forza e le proprie debolezze, diventando consapevoli delle proprie emozioni, soprattutto quelle negative.

La fiducia e il rispetto di se sono la base essenziale su cui costruire la propria felicità.

PROBLEMI RELAZIONALI E DI COPPIA

La relazione con il/la partner è spesso complessa e difficile e, molte volte, si presentano all’ordine del giorno litigi e discussioni. Non è sempre facile per la coppia trovare un punto d’incontro soprattutto quando per entrambi si evince l’aprioristica convinzione di essere l’unico a detenere la primazia della “ragione”. La presenza di un carattere totalmente “opposto” al proprio, o l’affermarsi di idee ed opinioni totalmente differenti da quelle che costituiscono la personale “ragione” di vita o nel come gestire il menage quotidiano o l’educazione dei figli, tutto ciò porta ad avere inevitabilmente scontri e discussioni, che si concludono con l’insorgere e lo ”stabilirsi” di malumori che durano anche giorni.

Il malcontento all’interno della coppia ed il non sentirsi considerato ed amato può stimolare la persona a cercare altrove un’altra relazione extraconiugale. Spesso i tradimenti vengono scoperti dal partner e da lì inizia un nuovo cammino in salita per la coppia…

COSA FARE?
Lo psicologo aiuta la coppia a capire quali sono per entrambe i bisogni individuali e cosa si vuole dal partner. Dopo una esposizione, in compresenza, delle difficoltà della coppia, si prevedono degli incontri individuali per approfondire delle particolari tematiche, per poi riunirsi e trovare insieme la giusta soluzione ad ogni problematica emersa nelle fasi precedenti.